domenica 8 dicembre 2013

Sveglia, c'è un incidente mortale

Stamane sono stato svegliato da una telefonata. Dall'altro capo del filo Giuseppe, un amico e collega: «Sei sveglio? C'è stato un incidente mortale, la vittima è un giovane di 21 anni». Non è la prima volta, e purtroppo non sarà l'ultima, che di notte o di primo mattino sono stato svegliato dallo squillo del telefono. C'è un tam tam non scritto che ti porta a sapere di eventi così tragici in tempo reale, "on the air". E dove bussa il dolore alla porta di molti, per qualcun altro inizia il lavoro. In questi casi mia moglia mi apostrofa sempre duramente: «Siete dei falchi». Cosa risponderle? Noi ci schermiamo con il diritto di cronaca. Punti di vista. Mentre si raccolgono notizie sulla vittima e sulla dinamica dell'incidente un giovane collega mi chiede: «Ma tu non provi ribrezzo nel vedere quel cadavere?». Ci penso un po' e gli rispondo: «Pensa che ho disagio anche nel vedere un goccia di sangue. Lo sai come sono riuscito a vincere questo problema? Con la macchina fotografica, per me è come uno schermo protettivo che filtra tutto lasciandomi indifferente». Ma poi dopo essermi girato penso al dolore che staranno provando i genitori di quel ragazzo, di quella vittima. Ha un anno meno di mia figlia. E sento un dolore alla pancia lancinante. Dio l'accolga nella pace, oggi pregherò per te Giovanni.

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